I dolori del giovane Franzl

“I dolori del giovane Franzl – proprio ai suoi dolori vogliamo qui brevemente accennare – raggiunsero la massima intensità quando il tredicenne studente, passeggiando per il parco municipale, scoprì davanti a una grande aiuola un piccolo cartello che diceva: È vietato calpestare le aiuole. I trasgressori saranno puniti a norma di legge.

La scritta fece rinascere in lui un problema che da qualche tempo gli si presentava con una certa frequenza; ancora una volta la situazione sembrava offrirgli una sola possibilità di scelta fra due alternative che gli parevano entrambe inaccettabili: da un lato quella di ribadire la sua libertà nei confronti dell’imposizione autoritaria calpestando l’aiuola, col rischio tuttavia di essere colto in flagrante; dall’altro quella di conformarsi al divieto. Ma la sola idea di dover ubbidire a un meschino cartello lo faceva insorgere contro la vigliaccheria di una simile sottomissione.

Si soffermò a lungo, indeciso sul da farsi, finché inaspettatamente – giacché non gli era mai capitato di fermarsi a osservare i fiori – gli venne un’idea completamente diversa: i fiori sono meravigliosi.

Caro Lettore, la storiella Le sembra banale?

Non saprei risponderLe se non che il giovane Franzl Wokurka la pensava diversamente. L’intuizione si abbatté su di lui con la forza di un’onda che, infrantasi, lo trascinasse potentemente nel riflusso.

Improvvisamente si rese conto della possibilità di un’alternativa alla sua visione del mondo: io voglio che l’aiuola sia così com’è; io voglio questo incanto; io sono la mia stessa legge, la mia stessa autorità, andava ripetendosi.

E d’un tratto il divieto non ebbe per lui più significato alcuno; il contrasto manicheo sottomissione-ribellione si era dissolto nel nulla. Il senso di ebbrezza fu di breve durata, ma qualcosa di fondamentale era comunque cambiato; ora vibrava in lui una sorta di melodia sommessa, quasi impercettibile, che tuttavia si faceva ben udibile nei momenti in cui il mondo rischiava di sprofondare nella palude dell’aut-aut!

Dopo aver preso la patente, per esempio, guidando allacciava sempre le cinture di sicurezza, perché lui stesso aveva deciso che si trattava di una ragionevole misura cautelativa. E quando, nel giro di breve tempo, si aprì la controversia se lo Stato avesse o no il diritto d’imporre al cittadino l’uso delle cinture, i vari aspetti della contesa lo lasciarono del tutto indifferente. Lui ne era al di fuori”.

Fonti

Il brano è tratto dal libro “Di bene in peggio – Istruzioni per un successo catastrofico” di Paul Watzlawick, Ed. Feltrinelli pagg.31-32.

L’immagine ritrae un angolo dei giardini botanici di Villa Taranto, a Pallanza, in provincia di Verbania.

 

La piramide dei bisogni di Maslow

Quali sono i tuoi bisogni? Prima di procedere nella lettura, prova ad elencarne alcuni, non limitandoti ai soli bisogni essenziali, come mangiare o respirare.

Molto probabilmente la maggior parte dei bisogni a cui hai pensato trova una collocazione nella piramide dei bisogni di Maslow,

Abraham Maslow è uno psicologo vissuto nello scorso secolo.
Ha rappresentato i bisogni degli esseri umani in una piramide, allo scopo di metterne in evidenza la priorità: fintanto che i bisogni dei livelli inferiori non sono soddisfatti, i bisogni dei livelli superiori non vengono presi in considerazione.

Rappresentazione grafica della piramide dei bisogni di Maslow
La piramide dei bisogni di Abraham Maslow

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“Posso farcela da solo”

Stavo percorrendo il sottopasso della stazione dei treni di Mestre quando notai un basso signore di una certa età, in compagnia della moglie e di una grossa valigia su rotelle.

Era ai piedi della scala che porta ai binari e ne osservava la cima, come a valutare bene lo sforzo, prima di accingersi a compierlo.

Pochi passi e gli fui accanto: “Posso aiutarla a portare su la valigia?”

Sollevò un po’ la testa per guardarmi dritto negli occhi. Poi, forse offeso dal fatto che fosse così evidente la sua perplessità di fronte alla scala, disse, perentorio: “Posso farcela da solo”.

Siamo tutti fatti così: vogliamo sentirci “up”, vogliamo pensare che possiamo farcela da soli, che siamo indipendenti, autosufficienti. Disposti ad aiutare, ma più difficilmente disposti ad ammettere di avere bisogno di aiuto…

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Litigi, istruzioni per l’uso

La conoscenza dei livelli comunicativi di contenuto e relazione, ci permette di non cadere nella trappola del litigio.

Questo è il video dell’intervento su come gestire i litigi all’iniziativa Tam Tam Talks di Generali Italia. Di seguito il testo originale.

La storia del martello

Un signore vuole appendere un quadro, ma non ha il martello.
Così decide di farselo prestare dal vicino del piano di sotto.
Intanto che scende le scale, gli sorge un dubbio:
“E se il mio vicino non mi volesse prestare il martello?
Già ieri mi ha salutato appena.
Ma io non gli ho fatto nulla; è lui che si è messo in testa qualcosa”.

Intanto arriva, suona e pensa: Leggi tutto “Litigi, istruzioni per l’uso”