Dio nessuno l’ha mai visto, così da poterlo descrivere

Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. [Giovanni 1,18]

Ho finito di leggere da poco il romanzo “Caino” di José Saramago, avuto in regalo da un collega, che pensa che farei bene a convertirmi all’ateismo. Lettura senz’altro piacevole, sia per lo stile di Saramago di riportare i dialoghi, sia per l’originale interpretazione della punizione di Caino, che diviene esule non solo nello spazio, ma anche nel tempo.

Chi è interessato a saperne di più sul libro eviti di andare sulla relativa pagina di Wikipedia, dove viene spoilerato il finale.

Il libro mi ha fatto sorridere, oltre che per il piacere della lettura, anche per l’equivoco di fondo in cui cade Saramago nell’affrontare l’Antico Testamento come un testo che rivela l’essenza di Dio.

Non è così.

E’ invece un testo che racconta la storia di un popolo e di come questo popolo abbia interpretato la figura di Dio.

Perché allora dovremmo prenderci la briga di leggere la storia di un popolo vissuto secoli fa? Perché quella storia rappresenta la vita di ogni uomo. E in particolare la TUA vita. Se vuoi che la lettura dell’Antico Testamento sia per te una lettura utile, devi porti nell’ottica  di leggervi la tua storia.

Se invece ti avvicini alla Bibbia sperando che ti racconti chi è Dio e, anzi, ti fai un’idea di Dio prendendo alla lettera quello che leggi, allora dubito che possa essere una lettura utile. Sarebbe come pretendere di conoscere l’essenza di una persona perché si è letto un libro che parla di lei, e neanche come tema principale.

Ecco il mio punto di vista: quando leggo un brano della Bibbia mi domando come posso rimapparlo all’interno della mia vita, che insegnamento posso trarne.

Meglio fare un esempio. Nel libro di Saramago, Caino è particolarmente adirato con Dio perché nella distruzione di Sodoma e Gomorra, avvenuta per punire le “colpe” degli adulti, sono periti anche i bambini, esseri innocenti per definizione. Da qui lo sdegno di Caino verso un Dio ingiusto e feroce.

Sarebbe interessante commentare il fatto in sé, ma per restare in tema, mi limito a chiedermi: come cristiano, che insegnamento posso trarre da questo racconto? Per la risposta mi aiuterò con due immagini.

Siamo portati a pensare che il male sia presente nel mondo a causa dei “cattivi”. Il male, rappresentato dal colore grigio, sarebbe quindi presente nel mondo in questo modo:

rappresentazione del mondo suddiviso in buoni e cattivi

divisione del mondo in “buoni” e “cattivi”

Per estirpare il male dal mondo “basterebbe” quindi eliminare i cattivi. Il brano di Sodoma e Gomorra (assieme alla mia personale conoscenza del mondo e agli insegnamenti che trovo nel Vangelo) mi fa invece pensare che il male sia presente nel mondo in questo modo:divisione delle persone in parte buona e parte cattivadivisione delle persone in “parte buona” e “parte cattiva”

C’è una parte di bene e una parte di male in ciascuna persona. Con la conseguenza che, se si volesse estirpare il male dal mondo, non resterebbe vivo nessuno.

Gli orientamenti che posso trarre da questo diverso punto di vista sono molteplici:

  • evitare di classificare le persone in “noi” e “gli altri” (i buoni e i cattivi, i migliori e i peggiori, i credenti e i non credenti, ecc.);
  • evitare di giudicare le persone. Il male non sta nel gesto, ma nell’intenzione. Lo stesso gesto (penso ad esempio all’atto del fare l’amore) può essere fatto con lo scopo di elevare o sottomettere l’altra persona. E dato che noi non sappiamo leggere nel cuore delle persone, la sola cosa sensata da fare è quella di astenersi dal giudicare;
  • considerare l’istituto della pena di morte come un’assurda idiozia, buono solo per permettere ai dittatori di eliminare chi la pensa diversamente;
  • cercare di riconoscere il bene, il positivo, presente in ciascuna persona, anche se mi è antipatica, o ha agito come io non agirei;
  • cercare di riconoscere (e legare alla catena) il male -l’egoismo- presente in me.

Ecco come la lettura del brano della Bibbia che parla della distruzione di Sodoma e Gomorra, unito ad una seria riflessione, può influenzare il mio modo di pormi verso le altre persone e verso me stesso.

Le errate convinzioni che posso trarre dallo stesso brano sono invece:

  • quello che di brutto “capita” nella vita di una persona è conseguenza del suo comportamento: “se ti comporti male, Dio ti punisce”.
    E’ totalmente sbagliato, è roba da medioevo: Dio non punisce nessuno, e men che meno attraverso la malattia o la disgrazia. Gesù lo dice chiaramente in più di un’occasione. Non rendersi conto di questo significa avere gli occhi foderati di prosciutto. Semmai, cose spiacevoli possono capitare alla mia vita se mi comporto in modo avventato, senza curarmi delle conseguenze dei miei gesti, ma non c’è nessun intervento divino in ciò, ma solo causa ed effetto. La Bibbia parla invece di Giudizio Finale, ma è tutto un altro discorso.
  • l’omosessualità è punita da Dio. E’ da medioevo anche questo: se già Dio non punisce per i comportamenti, figuriamoci se può punire una persona per il suo “status”. Classificare le persone in omosessuali ed eterosessuali, pretendendo di distinguere così ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, è solo un’altro modo di rappresentare il mondo come i buoni da una parte e i cattivi dall’altra (e, guarda caso, in quest’ultima categoria finiscono sempre i diversi, le minoranze). Allo stesso modo è da folli guardare ai divorziati risposati  (l’essere divorziati è uno “status”, proprio come essere italiani o essere etero) come a “persone nel peccato”, come sento dire negli ambienti cattolici.
    Più in generale, è da folli pretendere di classificare le persone in santi e peccatori.
  • leggendo la Bibbia posso capire l’essenza di Dio. Dio nessuno l’ha mai visto, così da poterlo descrivere, o poter dire “io lo conosco”. Di Dio non sappiamo niente, abbiamo per caso raccolto da terra un frammento del bianco della sua unghia. Del mignolo. Del piede. E litighiamo con ebrei e musulmani se si tratti del piede sinistro o del piede destro.
    Dirò di più: Dio non è comprensibile alla mente umana. Per rendere questo concetto la Bibbia racconta che chi “aveva esperienza” di Dio moriva all’istante e anche altri racconti della tradizione cristiana inducono a pensare la stessa cosa. In altre parole: potremo “conoscere” Dio solo nell’altra vita.
    La sola cosa che possiamo fare in questa vita per avvicinarci a capire qualcosa di Dio è immedesimarci nella vita di Gesù. Ma questo è un altro post.

Crediti

L’immagine di base degli omini di carta è presa dal sito www.lavoretticreativi.com; l’immagine iniziale è l’opera “Abramo e i tre angeli” di Alberto Elia e rappresenta questa storia raccontata nella Bibbia.

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